Tenuta Golfi: olio lucano d’eccellenza e il racconto di un territorio
Nella parte settentrionale della provincia di Matera, a 559 m s.l.m., abbracciato tra la valle del Bradano e del Basento, e a poca distanza dal torrente Bilioso, sorge Grassano, antica promessa di fertilità. Il nome del paese, situato sulla via Appia dell’Antica Roma, infatti, deriva da Grassus, terra grassa a fertile, e fu da sempre ricco e fecondo.
«Preservare e far conoscere questa ricchezza, attraverso un turismo di comunità che sia equo, responsabile e sostenibile e possa offrire, al contempo, ai visitatori un’esperienza autentica, è e rimane il nostro obbiettivo». A parlare è Paolo Colonna, produttore di uno degli oli extravergine lucani selezionati nel 2020 da Slow Food come olio lucano d’eccellenza e vincitore, tra gli altri, del premio Olivarum. Una realtà che nasce all’indomani del terremoto dall’idea di due cognati, «oggi siamo alla terza generazione – spiega Colonna – ma il vero salto è arrivato una decina di anni fa, quando da semplici frantoiani abbiamo dato il via, all’interno della nostra azienda, Tenuta Golfi, a una filiera completa».

Filiera completa e corta, sinonimo non solo di prossimità geografica tra chi produce e chi consuma, ma anche e soprattutto di prossimità sociale, collegata a un rapporto di fiducia tra gli attori del mercato, che condividono tradizioni e identità territoriale. «Durante l’ondata pandemica abbiamo dato particolare impulso alla vendita online, tramite il nostro e-commerce – aggiunge Colonna – ma è uno storico consolidato da oltre trent’anni che ci garantisce la vendita del prodotto».

Nove ettari di oliveto, tremila piante di olivo nella splendida cornice della collina materana e un moderno processo di estrazione a ciclo continuo. Ogliarola bradanica, Maiatica e Fasola rossa di Grassano, tre varietà per il racconto del territorio. Dentro ogni bottiglia, la Basilicata, assieme alla fragranza, l’intensità e l’aroma fruttato delle olive appena spremute. «Siamo fermamente convinti che la promozione della produzione olearia – spiega Colonna – prosegua in parallelo a quella territoriale, diversamente assisteremmo all’abbandono dei nostri uliveti e delle nostre terre. Nasce da qui l’idea di dotare l’azienda di una struttura con sala di degustazione, all’interno della quale è possibile parlare della storia dell’olio evo, al fine di accrescere una maggiore consapevolezza sull’importanza dei prodotti tipici». Salto verso un turismo esperienziale maturato nell’ambito di una precedente esperienza, dilungatasi tra il 2005 e il 2010, l’apertura di un oil bar nella bassa bergamasca.

Oggi i progetti sono altri: «Attrezzare l’azienda al fine di accompagnare i clienti all’interno della nostra tenuta, in modo tale che possano capire realmente quello che si intende per filiera corta; approfittare delle nuove vie dell’olio turismo e investire in tal senso». A ciò si affianca la produzione, già in atto, di una gamma sempre più ampia possibile che vede, nelle maggior parte dei casi, le olive, ovviamente biologiche, come protagoniste. Dalle verdi in salamoia, a quelle infornate, sino al patè, nero o verde. Un'altra forma attraverso cui veicolare il racconto di quell’antica promessa di fertilità che Grassano conserva da secoli di storia.