Serrealte, le mille varianti del pistacchio di San Mauro Forte
Il legno nodoso che vira dal colore giallo dei primi anni al marrone rossastro dell’età
adulta, lungo una vita longeva, scandita da un accrescimento lentissimo, che potrebbe condurlo fino al traguardo dei trecento anni. I frutti si trovano riuniti in abbondanti grappoli, tante piccole drupe, il mallo esterno, che vira dal giallo al rosso a seconda della fase di maturazione, ricopre un guscio sottile ma abbastanza duro per proteggerne il seme che, dopo essersi liberato dalla pellicola violacea, si scopre di un inconfondibile verde smeraldo. Ecco, il pistacchio.

Siamo a San Mauro Forte, il borgo dei campanacci, poco più di mille abitanti a 540 m s.l.m. nella parte centro occidentale della provincia materana, sulla collina che domina la valle del torrente Salandrella. È qui che, da oltre quindici anni, è presente la pianta di pistacchio, una coltivazione che per qualità e quantità è sempre stata attribuita al solo comune siciliano di Bronte, in provincia di Catania, e di seguito, a partire dagli anni ’90 in poi, alla vicina Stigliano.
Questa storia parte propria dalla curiosità di un giovane Giuseppe Malacarne che per puro caso, ci racconta, legge su una rivista di un anziano titolare di azienda che, proprio nel vicino comune di Stigliano, ha deciso di mettere a dimora alcune piante di pistacchio. Giuseppe va a trovarlo e si fa contagiare dall’entusiasmo del vecchio. È l’ottobre del 2005 quando, con il padre, si imbarca su un traghetto verso la Grecia deciso ad acquistare le prime mille piante. Da qui la conversione dell’azienda, nata qualche anno prima, e l’abbandono della produzione cerealicola al fine di dedicarsi alla coltura del pistacchio, una via questa che con il tempo andrà ad accrescere la consapevolezza della vera potenzialità delle scelte fatte.

Con il tempo arrivano le soddisfazioni. Dal settembre del 2015, Serrealte può fregiarsi, infatti dell’iscrizione all’interno del “Registro eccellenze italiane”, un brand che promuove lo sviluppo del made in Italy, punto di riferimento del mercato per la certificazione e valorizzazione della professionalità di oltre settemila attività imprenditoriali, in Italia e all'estero, Serrealte è tra queste. È inoltre necessario sottolineare come l’azienda sia tra le pochissime attività produttrici di pistacchio, a poter vantare la certificazione biologica.
Oggi essa si estende su ben venticinque ettari di terreno, per un totale di settemila piante afferenti a tre varietà distinte: la Kerman, originaria degli Stati Uniti, a ciclo medio precoce con epoca di fioritura tardiva, offre un frutto di media grandezza e di colore verde chiaro per una buona capacità produttiva; la Aegina, con epoca di maturazione precoce e la Napoletana, dall’elevata produttività, per un pistacchio di grosso calibro e forma allungata, dalla colorazione verde viola.

Ciò che si ottiene non è solo l’oro verde nella sua forma purissima. I prodotti dell’azienda Serrealte vanno dalla ormai famosa crema dolce di pistacchio, al pesto da utilizzare per impreziosire primi e secondi piatti, fino alla pasta, un mix di farine dove il grano duro Senatore Cappelli incontra il pistacchio, e ancora le granelle, il miele e, assoluta novità, la grappa. Prodotti questi molto richiesti in numerose pasticcerie e gelaterie da Roma a Milano, oltre a forniture dirette in Giappone.

Un mercato che, grazie alla curiosità e ad un entusiasmo rivelatosi contagioso, da San Mauro è diventato pian piano internazionale, a riprova di come Serrealte si sia confermata nel corso del tempo una realtà imprenditoriale solida e competitiva, tanto nella produzione quanto nella commercializzazione di questo frutto e delle suoi tanti derivati.