L’immigrazione inversa, storia d’amore e di olio
Tornare a percorrere le strade di casa. Tornare a quel paesello di montagna in cui si andava in vacanza da bambino. Tornare al calore delle origini per tracciare un cammino nuovo, la proposta di un’alternativa. Tornare a respirare seguendo il ritmo della natura. Tornare e restarci.
Questa
storia parte da Livorno, ma preclude un viaggio all’incontrario.
«Mi definisco un toscano sbagliato – afferma Luca Dolce, subito
tradito dall’accento – amo la montagna e circa sette anni fa ho
deciso di tornarci in maniera definitiva». La destinazione è
Accettura, 770 m s.l.m., milleseicento abitanti appena. «Il paese
del mio babbo, il posto in cui ho deciso di mettere radici».

Il richiamo è quello della terra e, soprattutto, la scelta di seguire la propria passione al fine di farne un lavoro. Un piccolo pezzo di terra del nonno, passato poi al padre e allo zio, da qui il nome dell’azienda, Fratelli Dolce, la produzione di olio extravergine d’oliva.
L’anno d’inizio è il 2017. Un inizio che va a cozzare con la nostalgica poetica del ritorno e si scontra fortemente con le reali difficoltà di una burocrazia lenta che costringe all’immobilismo. «Non è stato semplice, ma dalla mia parte avevo una compagna che mi ha seguito e sostenuto in quella che oltre a essere una scelta di vita si presentava come progetto lavorativo a cui ho sempre creduto».
Oggi l’azienda Dolce produce all’incirca mille litri di olio extravergine d’oliva annui da varietà Majatica e Frantoiana. Soddisfazioni e riconoscimenti non hanno tardato ad arrivare, dal concorso regionale in Basilicata alla prestigiosa Lodo guide 2023, in cui l’olio Dolce figura tra i migliori oli al mondo.
I canali di commercializzazione principale sono negozi, ristoranti e privati. «Il passaparola è ciò che ci consente di interfacciarci direttamente con il cliente, per poter cogliere, anche dall’esterno, ogni sfaccettatura del nostro prodotto e migliorarci man mano».

Tra i progetti futuri vi è ovviamente l’espansione, assieme alla differenziazione dell’offerta: «il nostro sogno sarebbe quello di dar vita a un agriturismo, proporre a chi viene a trovarci i nostri prodotti, allargando l’offerta degli stessi, dall’olio speziato alla preparazione di unguenti per la cura della persona, regalare un soggiorno che arricchisca il visitatore dal punto di vista esperienziale».
Recente l’adesione all’IGP e la certificazione biologica dell’uliveto. «Intendiamo procedere in questo senso, perseguendo scelte sostenibili e responsabili, tutelando la terra in cui ho deciso di tornare e investire».