Le4uadre: moda e sostenibilità insieme nella fibra di latte

Identità e trasformazione. Sembrano essere queste le due direttrici lungo le quali si orienta il lavoro intrapreso da Damiana Spoto con il suo brand Le4uadre – Urban Poetry. Poesia urbana che strizza l’occhio alla modernità, perseguendo la geometria di forme secche in una progressione implacabile di rettangoli e colori.

Figlia dell’Etna e di un padre architetto/artista con il quale, da bambina, decorava tutti i pomeriggi la pietra lavica ceramicata; Damiana Spoto prosegue gli studi all’Accademia di costume e moda a Roma; poi il master al Polimoda di Firenze, e ancora il trasferimento, a poco più di vent’anni, in Francia, per entrare in contatto con laboratori di ricerca tendenza. L’amore per Parigi e il lavoro con i colori: palette studiate, composte e scomposte per mesi.

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E poi, soprattutto la curiosità. Quella affascinante dei bambini. La curiosità, dicevamo, di intercettare i desideri delle persone, captarne i bisogni, le emozioni. Per poi riproiettare tutto ciò nelle sue creazioni, borse, stole, foulard, specchio di un mondo in continuo cambiamento, che pure vive il dramma della omologazione. Ecco che, a questo punto, Damiana tira in gioco la rabbia. Il suo stesso brand, confessa, nasce da un sentimento di rabbia: «la rabbia di vedere le donne andare in giro sempre più omologate, come se l'unicità non fosse più un valore. Ogni donna – aggiunge Damiana - porta inconsapevolmente dietro di sé un mondo di sfumature e contrasti, tormenti e magnificenza».

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È a queste sfumature che l’artista vuole dare voce. Come? Parlando il linguaggio universale dei colori. «Ogni colore ha un carico emotivo diverso, porta con sé un messaggio. Una vibrazione di gioia, energia, riposo e abisso. Ecco perché Le4uadre si é enormemente impegnata nel processo creativo delle sue stampe artistiche, per rendere giustizia all’assoluta unicità e particolarità del meraviglioso animo femminile».

L’artigianato d’eccellenza che si esprime nell’arte delle mani, questa in sintesi, la vision de Le4uadre. Un artigianato che ci parla d’Italia e soprattutto di Lucania, la terra in cui Damiana ha deciso di vivere: «Ho scelto il mio luogo del cuore, una bottega creativa in pieno centro storico, in un borgo medievale in una città della provincia italiana: sul retro disegno, elaboro, immagino e nello spazio adiacente incontro le mie donne e ci scambiamo pezzi di mondi (im)possibili». Sono, infatti, le sapienti mani di sarte lucane ad assemblare, pazientemente, nel centro di Potenza, le creazioni dell’artista.

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Ma la sensibilità e la professionalità di questa donna non si limitano al solo mondo della moda, poiché abbracciano il sempre crescente impegno per la sostenibilità. Il suo ultimo progetto, infatti, la vede impegnata nel recupero di un’antica fibra green, la fibra di latte. «Per parlarne dobbiamo fare un passo indietro - spiega Damiana - Siamo nell’Italia degli anni ’30, in piena campagna espansionistica coloniale. Il Regno d’Italia, con l’attacco all’Etiopia infrange il patto dello statuto della Società delle Nazioni e viene condannata a pesanti dazi doganali su beni di importazione dei quali non disponeva internamente. Da qui l’esigenza di trovare valide alternative a materiali scarseggianti. Per sostituire la lana, nel 1935, l’ingegnere bresciano Antonio Ferretti, mette a punto il Lanital, una fibra di latte italianissima. Un materiale che cadrà in disuso nel secondo dopoguerra in conseguenza del dilagante diffondersi delle fibre derivate dal petrolio».

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Creata dalla caseina del latte scaduto, che verrebbe altrimenti buttato, la fibra di latte è morbida e soffice al tatto, oltre a risultare antibatterica, termoregolatrice e completamente compostabile, caratteristica quest’ultima che la fa entrare di diritto tra quelle produzioni rispettose dell’ambiente. Una valorizzazione della moda 100% naturale per continuare a raccontare, sublimando il pensiero artistico in forme e colori, il bello e il buono di un’Italia che riparte.

SIMONA PELLEGRINI