Il Gruppo Montanaro: ottant’anni di storia

Quella della famiglia Montanaro è una storia imprenditoriale che vede il proprio avvio agli inizi del Novecento. Siamo a Palazzo San Gervasio, cittadina situata nel nord-est della Basilicata, provincia di Potenza, su un altopiano compreso tra due valli.

A guidarne per primo le sorti è Savino Montanaro. «Tutto ebbe inizio da un piccolo frantoio – ci spiega oggi Sabrina, raccontandoci di quella azienda che da oltre 80 anni porta il nome del suo bisnonno – grazie alla sua tenacia decise di fondare il gruppo partendo dalla trasformazione delle olive in olio e lo stoccaggio dei cereali».

Anni-601-scaledjpg

È negli anni ’50, con l’avvento del boom economico, che l’azienda comincia la sua crescita. «Fu durante quel periodo che mio nonno Salvatore decise di ampliare la rete commerciale investendo su un impianto di macinazione dei cereali» spiega Montanaro. Dopo, il rimodernamento del frantoio e la sostituzione del tradizionale sistema a presse con quello a ciclo continuo. «Si trattò della prima centrifuga presente nella zona» aggiunge la giovane imprenditrice.

Da allora un percorso tutto in salita: l’acquisto di un’area nella zona artigianale del paese, l’ampliamento della capacità di stoccaggio, fino al massimo dell’evoluzione tecnologica. «Oggi il nostro ruolo, quello della quarta generazione, è mantenere saldo l’anello di congiunzione tra agricoltura e industria. Questo vuol dire trasferire agli agricoltori le richieste del mondo industriale e offrire servizi di consulenza e assistenza tecnica di campo».

Lavorare al fianco degli agricoltori per garantire la valorizzazione e la qualità delle produzioni. Quali? Cereali e legumi, che sicuramente costituiscono il core business aziendale, affiancati da un’eccellente produzione di olio extravergine d’oliva che, passo dopo passo, e concorso dopo concorso, sta collezionando non poche attestazioni.

DSC1924jpg

«Oggi il nostro frantoio dispone di impianti di ultima generazione a ciclo continuo ed estrazione a freddo – spiega Montanaro – la gestione dell’intero ciclo produttivo si serve del sistema PCC Touch, che consente di monitorare la temperatura affinché non superi mai i 27°C. Mantenere standard di qualità elevati, questo l’obiettivo, conservando, ovviamente, le caratteristiche organolettiche della materia prima». Materia prima attentamente selezionata da fornitori locali.

Il risultato sono tre monovarietali, Ogliarola, Peranzana e Coratina e un blend di Leccino e Coratina. L’intento è quello di offrire al consumatore finale la possibilità di approcciarsi a diversi livelli di sapore e gusto.

«La produzione attuale si aggira intorno ai cento quintali annui – aggiunge Montanaro – con una distribuzione rivolta a privati, ristoranti e specifici punti vendita. Un interesse crescente riscontrato è sicuramente quello che ci proviene dal nord Italia, dove i nostri prodotti sono molto apprezzati».

Affiancato al comparto olivicolo il nuovo progetto che ha come protagonista la ceramica: «abbiamo pensato di coniugare l’utile al bello, servendoci delle mani esperte degli artigiani locali, al fine di differenziare un potenziale servizio relativo alle cerimonie in cui sia prevista l’offerta di una bomboniera».

E per quanto riguarda il futuro? «Continuare ad essere ponte tra mondo agricolo e industria, incrementare tale rapporto, per generare benefici in termini di resa e qualità dei prodotti. Mettere l’innovazione a servizio della tradizione, insomma, portando alto il valore della territorialità».

SIMONA PELLEGRINI