EMANUELA MILONE, UN CAMICE BIANCO E UNA PROVETTA CON UNA PIANTINA TRA LE MANI

«Sin da bambina ho sempre immaginato me stessa con un camice bianco e una provetta con una piantina tra le mani e per tutta la vita ho inseguito quell'immagine, fino a quando, per esigenze concrete, ho avuto il privilegio di incarnare quel sogno».

Questo, prima il sogno, e adesso la realtà, di Emanuela Milone, classe 1987. Gli studi universitari e poi il ritorno alla sua terra, alla Calabria, Lamezia Terme e l'azienda di famiglia. Un ritorno che sa di coraggioso riscatto, assieme alla concreta possibilità di mettere in pratica ciò per cui si è studiato al fine di contribuire alla tradizione di famiglia. Tradizione che, coniugata all'innovazione, ha permesso ai Vivai Milone di avere alle proprie spalle cento anni di storia e una conduzione ormai giunta alla quarta generazione.




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Tutto inizia nei primi anni '20 del Novecento a Mazzarà Sant'Andrea, poco più di 1400 anime in provincia di Messina, per volere del signor Nino Milone. Negli anni '50 il figlio Rosario con la moglie Maria, emigra nella fertile piana di Lamezia Terme, dove erano ancora in corso le opere di bonifica. Nel corso degli anni l'azienda cresce anche grazie al contributo dei figli Antonino e Carlo Milone, che trasmettono questa passione, a loro volta, ai propri figli.

Oggi, la struttura dei Vivai Milone si estende su circa 35 ettari di superficie, dislocati in dieci siti diversi, tra il comune di Lamezia Terme e il comune di Curinga e conta 200 mq per l'attività vivaistica in pieno campo; 1.400 mq tra serre termo condizionate, capannoni, deposito e magazzino; 1.000 mq di screen house; 18.000 mq di ombrai; 20.000 mq di tunnel, di cui 5.000 mq riscaldati; 1 laboratorio di micropropagazione; 250 mq per l'ambientamento delle piantine micropropagate.

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Assieme alla passione, l'impegno, lo studio, per cui nulla può essere lasciato al caso. Emanuela ci racconta non solo il suo lavoro, ma quella che lei indica come una vera e propria arte, l'arte di propagare le piante: «Crediamo che per dare futuro alla nostra agricoltura bisogna produrre qualità. La pianta è il punto di partenza di tutte le filiere produttive agroalimentari, per cui produrre una pianta di qualità è il primo passo per ottenere prodotti di eccellenza - ciò, specifica Emanuela, passa necessariamente per la produzione di piante certificate, ovvero sane e certe dal punto di vista genetico - per questo produciamo oltre il 60% delle piante di agrumi certificate in Italia, curando la pianta dalla fase zero grazie al nostro laboratorio di micropropagazione. La tecnica ci consente di ottenere tante piante in poco tempo e in poco spazio, l'innovazione ha ridotto i costi e aumentato la sostenibilità».

Ma la tecnica non è tutto, è per questo che l'azienda Milone strizza l'occhio al marketing, ideando le Baby Plant, piante neonate dal laboratorio di micropropagazione, commercializzate in vitro in contenitori con tappi di sughero, proposte come bomboniere, segnaposto, regali personalizzabili, da far crescere e poi trapiantare, l'obiettivo è «veicolare i valori tipici dell'agricoltura, ovvero la cura e l'attesa, mostrando al pubblico il loro impatto sociale, economico e culturale». Tra i progetti di prossimità, anche la Fattoria didattica 4.0, una serie di attività e laboratori per incuriosire, sensibilizzare e creare una nuova consapevolezza nelle persone di tutte le età sui temi della sostenibilità, della cura dell'ambiente e del progresso. Far passare il concetto che «l'agricoltura non sia solo "zappa, nonno, orto", ma competenza, conoscenza, innovazione, custodia, recupero, presidio e innovazione». Il focus? «Migliorare la comunicazione, perché pensiamo che restituire dignità all'agricoltura rientri tra i nostri compiti. L'agricoltura insegna ed è nostro dovere condividere».

SIMONA PELLEGRINI


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