Azienda vitivinicola Vozzi, nella terra degli enotri

Che cosa significa produrre vino? Per l’azienda vinicola Vozzi, fondata negli anni ’40 del secolo scorso, si tratta in primo luogo del racconto di una storia.

Siamo a Chiaromonte, nel cuore del Parco nazionale del Pollino, nella parte meridionale della provincia di Potenza. Un territorio fortemente caratterizzato non solo dalla naturale bellezza dei luoghi, ma da un patrimonio storico, che abbraccia la preistoria fino all’età moderna, ormai riconosciuto tra i più importanti della Regione.

Una terra che si inscrive, tra l’altro, in quell’area di antica concezione geografica denominata Enotria. Un nome che si fa subito racconto, vista la stessa etimologia che la vede legata al termineôinos,vino.

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Raccogliere questa antichissima eredità vitivinicola, portando la sua Basilicata in etichetta. Questi i presupposti con cui, negli anni ’90, Antonio Vozziamplia e migliora l’azienda paterna rendendola più efficiente e competitiva. «All’epoca decidemmo di sfruttare le caratteristiche climatiche e pedologiche del terreno impiantando i nuovi vigneti a Sangiovese e Merlot – spiega Vozzi – è da queste uve che nasce Kouros».

Il rimando è, ancora una volta, al patrimonio storico culturale del territorio e nello specifico a un reperto archeologico particolarmente importante. «Si tratta di una statuetta in bronzo risalente al VI secolo a.C. rinvenuta per caso durante i lavori di scavo per la realizzazione di un carcere negli anni ’70. La rappresentazione è quella di una figura maschile nel fiore della giovinezza.Il vino che produciamo si vuole ispirare a questo simbolo di luce e di forza. Ci interessa riaffermare il nostro legame con il territorio, anche attraverso il racconto della storia dei nostri lontanissimi avi».Il risultato è un rosso IGP pieno ed equilibrato che unisce la struttura morbida e potente dei tannini a profumi persistenti ma delicati.

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Ma la grande soddisfazione di Antonio Vozzi porta un altro nome, quello del Guarnaccino di Chiaromonte. «Si tratta di una varietà un tempo molto presente nelle nostre campagne, che ha conosciuto un’epoca di forte declino che avrebbe potuto decretarne la totale scomparsa – spiega Vozzi – poi, il lavoro di recupero ne ha portato all’iscrizione, nel 2013, al Registro nazionale delle varietà di vite».

Un lavoro lungo che vedrà piena realizzazione quest’anno, nella nuova cantina aziendale, per la prima vinificazione in purezza di questo vitigno autoctono. Nei progetti futuri? «Sicuramente vi è l’ampliamento dell’attività, con l’impianto di altre varietà, nazionali e internazionali. Vogliamo produrre vini dalla voce moderna che possano parlare al consumatore di oggi – spiega Vozzi – a ciò si aggiunge la costruzione di una struttura sopra la cantina, pensata per ospitare degustazioni e visite esperienziali».


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Crescere a piccoli passi, avendo come faro guida la qualità e la competenza. «Ci avvaliamo da anni della collaborazione del dottor Tocchini, agronomo ed enologo di fama nazionale. L’approccio è quello per un’agricolturaa basso impatto ambientale, che si avvalga delle più moderne tecniche al fine ditirar fuori da ogni vitigno il massimo il potenziale enologico».

Come riferimento, un territorio che merita di essere raccontato attraverso i propri frutti. «Nell’acropoli di Chiaromonte sono stati ritrovati degli strumenti bronzei per la preparazione del vino, legati all’aromatizzazione e al filtraggio della bevanda, oltre a numerosi vasi di uso comune, probabilmente utilizzati per la sua conservazione – conclude Vozzi – ci piace immaginare che il nostro lavoro non sia altro che una continuazione del lavoro di quelle genti, di quei popoli che fecero dell’Enotria una terra generosa e feconda».

SIMONA PELLEGRINI