Agricoltori, Solidarietà e Sviluppo. La missione di A.S.eS. dalla Toscana al continente africano
Stare accanto alle comunità locali, siano esse in Italia o in Africa, affinché possano aumentare le loro capacità rigenerative.
Questo il focus verso cui convergono tutti gli sforzi messi in atto da A. S. e S. da oltre trent’anni. Un acronimo che tiene insieme Agricoltori, Solidarietà e Sviluppo, per un’associazione attiva fin dal 1986, formalizzata tale nel ’91, e riconosciuta come Onlus.
L’offerta passa per la valorizzazione del sapere; quel sapere che oggi va sotto il nome di know how e rappresenta il prezioso bagaglio di esperienze e competenze, maturate in maniera autonoma dagli imprenditori agricoli italiani, nel corso degli anni. Ecco perché A. S. e S. si presenta, tra l’altro, come ONG di riferimento della CIA (Agricoltori Italiani), contribuendo allo sviluppo e alla crescita di quelle comunità delle aree rurali più fragili e povere del mondo.
Prima di soffermarci su tale argomento si rende necessario, però, un brevissimo excursus sul significato stesso di “rurale”. Tale aggettivo proviene dal latino ruralis, derivato di rus, ruris col significato di “campagna”. Una definizione assai generica che fa tradizionalmente pensare ad uno spazio in assoluta prevalenza agricolo; concetto diametralmente opposto a quello di spazio urbano. Ma la ruralità non si estrinseca nella sola caratterizzazione ambientale del territorio. Essa coinvolge criteri sociologici: dal tipo di relazioni che si stabiliscono fra i vari componenti della società, sino a quelle tra l’uomo e l’ambiente, presupponendo una sorta di atmosfera sociale che coinvolge a vario titolo tutta la popolazione, con un forte senso di appartenenza al territorio e alla comunità locale, tanto da poter parlare di microcollettività. Motivo per cui la crescita economica di tali realtà non può seguire la direttrice individuata per le zone urbane, ma necessita di una differenziazione tale per preservarle dalla massificazione urbana e preservare con esse il sistema agro-ecologico che rappresentano. In sintesi, il divario tra comunità rurale e urbana non può essere colmato mediante la conversione della prima realtà verso la seconda.

Contribuire allo sviluppo e alla crescita delle comunità rurali più fragili e più povere del mondo promuovendo l’inclusione delle fasce di popolazione più deboli grazie alle attività di agricoltura sociale. Questo il lavoro portato avanti da A. S. e S.: uno sviluppo territoriale equilibrato che passa tramite il miglioramento della sostenibilità sociale, ambientale ed economica, e spinge a guardare oltre.
«Non c’è coesione sociale senza dignità economica - queste le parole del Presidente di A. S. e S., Cinzia Pagni – attuare un approccio che non sia di sussistenza ma di interazione; ridare valore ai prodotti e, prima di tutto, dignità alle persone avvicinandole alle possibilità».
Come? «Agendo ed operando con progetti concreti, che vadano oltre la denuncia politica». Dai percorsi di accoglienza e integrazione indirizzati ad alcuni minori stranieri non accompagnati tramite cooperative sociali in provincia di Milano e Pavia, al progetto “Frutti di casa” in Basilicata, volto alla conservazione e all’uso sostenibile delle risorse in agricoltura per la valorizzazione del patrimonio vegetale locale al fine di migliorare le condizioni economiche dei territori interessati. Fino all’America Latina e al Paraguay, dove nei centri di accoglienza per tossicodipendenti i ragazzi vengono educati all’agroecologia, promuovendo un nuovo modello di assistenza. E poi l’Africa, dove in Mozambico sono in atto alcuni progetti a sostegno dei bambini malnutriti, per garantire l’arricchimento e la diversificazione della dieta.

La
formazione come binario da percorrere attraverso un processo
d’inclusione che abbia al proprio centro l’agricoltura sociale:
«formare gli agricoltori sviluppando quelle che sono le tipicità
locali, dalla Toscana alle aree più fragili del continente africano.
Promuovere la cultura del lavoro agricolo come motore di sviluppo
delle comunità locali e mezzo di emancipazione, sociale ed
economica, delle stesse». Portare luce sugli invisibili, questa in
sintesi, la missione e l’impegno che da oltre trent’anni
contraddistingue l’operato di A.
S. e S.
SIMONA PELLEGRINI